Lo chef si racconta, mettendo in luce le sue origini e le esperienze che lo hanno segnato.
“Per spiegare chi sono oggi, non posso astenermi dal raccontare di tutte le esperienze che ho vissuto fino ad arrivare a questo momento. Esse sono capitoli importanti della mia storia, pagine piene di luoghi, persone, accadimenti, che soltanto se lette assieme sono in grado di restituire il fedele resoconto della passione di una vita.
Tutto inizia da una strada, un sentiero già tracciato davanti a me: è stato mio padre, anch’egli attivo da sempre nel mondo della ristorazione, ad aprire il ristorante da Tonino. Ho vissuto tra i fornelli fin da piccolo, e per me non poteva esserci nulla di più naturale che seguire le sue orme. E’ a Capri che comincia la mia formazione; terminata la scuola, però, decido subito di partire, levare l’ancora verso nuovi orizzonti, conscio che solo tracciando il mio personalissimo percorso potevo davvero trovare la mia strada.
Prima c’è stata Roma; erano gli anni 2000, periodo d’oro per la città. E’ stato l’Hotel de Russie ad accogliermi, un 5 stelle di lusso sito a Piazza del Popolo, uno degli alberghi più frequentati della Capitale. Sono rimasto lì per quasi 4 anni; è stata un’esperienza che mi ha segnato, tanto per la splendida città, quanto per il prestigioso luogo di lavoro, ricco di stimoli, che univa l’alta qualità con i grandi numeri. Ancora oggi ritengo che l’esperienza in albergo sia altamente formativa per chi lavora nel settore, in quanto permette di mettersi in gioco su più ambiti, dalla colazione ai pasti freddi e molto altro.
Lasciata Roma, dopo un breve ritorno a Capri, è stata la volta degli USA, dove sono rimasto per qualche mese; quindi il definitivo ritorno in Italia, al San Domenico di Imola, un ristorante 2 stelle Michelin, un locale storico italiano al 100%. Ritengo che, ad oggi, quest’ultima sia stata l’esperienza più formativa compiuta: per più di tre anni è stata la mia seconda casa, ho imparato a cucinare veramente di tutto, e sono ancora in ottimi rapporti con lo chef Valentino Marcattilii, che è stato per me come un mentore; ci sentiamo spesso, e non mancano le occasioni per attestare la nostra amicizia e stima reciproca.
Il San Domenico mi ha dato la possibilità di partecipare attivamente a tanti eventi anche esterni al ristorante, collaborare con chef importanti come Massimo Bottura o Gianfranco Vissani, partecipare a serate di beneficenza. Come l’evento annuale organizzato in favore della comunità di San Patrignano, al quale ho avuto la fortuna di partecipare per un paio d’anni. Per me è stata in primis un’occasione di confronto con una realtà che solo all’apparenza può sembrare molto distante da noi, ma nella quale è invece facile immedesimarsi e provare empatia nei confronti di ragazzini, persone che di fronte alle proprie difficoltà si rimboccano le maniche, intenzionate a conquistarsi un futuro migliore. Sono stati sicuramente momenti toccanti, e sono certo che li custodirò nel cuore per sempre.
Ora sono convinto che ogni luogo, ogni persona, ogni situazione sia servita ad insegnarmi qualcosa: dalla tecnica all’organizzazione, dalla scelta degli ingredienti alla ricerca, la stagionalità dei prodotti, fino al contatto con i fornitori, con le aziende, con chi lavora la terra. Tutte queste esperienze mi hanno lasciato qualcosa dentro, e hanno contribuito a farmi diventare quello che sono oggi”.